Pasta Zara propone rimborso al 33% per debiti finanziari e minibond


Pasta Zara ammessa al concordato in continuità
La vicenda di Pasta Zara fa un ulteriore passo in avanti: nei giorni scorsi il Tribunale di Treviso ha ammesso il gruppo alla procedura di concordato preventivo in continuità dopo che lo scorso anno era già stato concesso un concordato in bianco e che il produttore aveva ottenuto la proroga dei termini per presentare il piano concordatario entro il 7 dicembre scorso.
Ceduto a Barilla stabilimento di Muggia
Pasta Zara, controllata dalla famiglia Bragagnolo (ma tra i soci vi sono anche la finanziaria regionale del Friuli Venezia Giulia, Friulia, con l’11,25% e Simest con l’11,76%), ha nel frattempo siglato col gruppo Barilla un accordo per cedere lo stabilimento di Muggia in Friuli Venezia Giulia per 118 milioni di euro, incluso un contratto di co-packing (imballaggio, confezionamento ed etichettatura dei prodotti Zara) valido per i prossimi cinque anni.
Passivo complessivo di 295,3 milioni
Pasta Zare, a fronte di un debito finanziario lordo di 241 milioni, di cui 178 milioni verso banche e in particolare 73 verso Bpvi e Veneto Banca (crediti finiti nel portafoglio della bad bank pubblica Sga), oltre ad altri 50 milioni di debito a livello di holding nei confronti di Bank of China, oltre ad avere emesso un minibond da 5 milioni di euro, ha chiuso il 2017 con una perdita di 25,7 milioni di euro anche legata alla svalutazione per 9 milioni di euro dei titoli Bpvi posseduti e con un patrimonio netto di soli 77,3 milioni. Il Tribunale di Treviso nel concedere il concordato preventivo in continuità ha accertato che il passivo complessivo del gruppo è di 295,3 milioni con crediti prededucibili e privilegiati per 101 milioni (di cui 25 milioni di nuova finanza erogata da Sga).
Proposto rimborso al 33% per debiti non leasing e minibond
La proposta concordataria prevede ora che i debiti finanziari, compreso il minibond, vengano soddisfatti al 33% entro 12 mesi dall’omologa del concordato, mentre i crediti di Sga e di Bank of China verrebbero soddisfatti sempre al 33%, ma entro 5 anni dall’omologa. I creditori leasing saranno invece soddisfatti al 100% entro 24 mesi dall’omologa. I creditori dovranno deliberare se accettare o meno i termini proposti nell’assemblea fissata per il prossimo 24 luglio.